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Criptovalute: al vaglio l'emissione dell'Euro digitale

Immagine del redattore: Lorenzo SaricaLorenzo Sarica

Aumentare la sovranità monetaria e proteggere l’autonomia UE: pro e contro della valuta digitale europea.

In occasione dell’incontro svoltosi a Dublino si è discusso molto di criptovalute e della possibilità in un futuro non troppo lontano di emettere l’euro digitale. I pro che sono emersi: rafforzerebbe la sovranità monetaria europea e la renderebbe completamente autonoma, sarebbe un metodo di pagamento solido ed affidabile, avrebbe carattere immediato e totalmente digitalizzato.


I pro e i contro

Il denaro pubblico digitalizzato affiancato alle valute private renderà lo scenario eterogeneo e più dinamico. Tuttavia, non esistono solo note positive riguardo all’emissione dell’euro digitale, di fatto sono stati evidenziati anche molti argomenti contrari: alcuni di questi sostengono che non sia una valuta libera. Infatti, si tratta di uno strumento privato che non può comportarsi come uno pubblico e che per questo potrebbe sollevare problemi di speculazione e instabilità. Chiunque decida di investire in criptovalute, infatti, deve essere consapevole che potrebbe perdere tutto, data la volatilità del settore. La decisione relativa all’emissione dell’euro digitale dovrebbe essere presa nell’ottobre 2023.


L'Euro digitale, cos'è realmente?

A volte chiamata impropriamente “criptovaluta di stato”, questo tipo di moneta è più correttamente nota con il termine di Central Bank Digital Currencies (CBDC, “valute digitali di banca centrale”). Come altre monete digitali ufficiali, potrebbe non essere basata su blockchain/DLT (“Digital Leader Technology") per tenere idealmente lontane le sregolate criptovalute, ha spiegato Evelien Witlox, tra i responsabili del programma della BCE. Da questa dichiarazione si può intuire che la decisione che verrà presa tra 12 mesi sarà più a livello teorico che pratico.


Ma quali sono gli utilizzi per cui l’euro digitale è stato pensato?

Gli utilizzi dati dell'implementazione di questa tecnologia permetterebbero dei pagamenti peer-to-peer (tra privati), pagamenti ad aziende nei negozi fisici oppure online e pagamenti alla pubblica amministrazione. Lo scopo di queste CBDC è creare una forma digitale di denaro equiparato a quello della banca centrale, che possa essere usato da tutti i consumatori, ha dichiarato Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea. L’euro digitale quindi, se nascerà, sarà inizialmente usato solo per i pagamenti, senza però escludere che possa in futuro adattarsi alle nuove potenziali realtà, sviluppi ed utilizzi nati della rete.


 
 
 

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